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Caffè-Pensiero N°5: Il primo è stato postato il 12 giugno, il secondo il 14 giugno, il terzo il 23 giugno, il quarto l’11 luglio
Nel mio ultimo post di riflessioni sul caffè ho illustrato le caratteristiche e le differenze fra le due principali qualità di caffè che vanno per la maggiore, la Robusta e l’Arabica ma, nello specifico, vorrei “agganciarmi” al quesito conclusivo, quello che più mi sta a cuore e quello che, credo, dovrebbe essere l’interrogativo che si pone sempre un consumatore davanti a qualsiasi piatto o bevanda…. Cosa mi accingo a bere/mangiare? Che caffè mi stanno offrendo nella tazzina? Domanda scontata? No, ma proprio no! Quasi nessuno se lo chiede! E quasi nessuno ci chiede che caffè desideriamo! Incredibile! Ma come? Se persino con l’acqua ci viene fatto scegliere fra liscia o gassata! Se alcuni ristoratori ci informano di aver fatto la scelta dell’acqua purificata, mentre altri si affidano a brand noti dichiarandolo sul menù! Al momento del caffè, ci viene chiesto semplicemente se lo gradiamo oppure no, unica distinzione viene fatta per il “deca”, anche qui senza specificare la provenienza, oppure per il ginseng che caffè non è.
Apriamo gli occhi consumatori! Quanti caffè beviamo in un anno? E non ci interessa sapere qual è il più adatto a noi? Quale ci regala le sfumature di gusto che sono più nelle nostre corde, quale risulta troppo forte per il nostro fisico, come la preferenza che abbiamo per un vino rosso, bianco, giovane, sparkling o d’annata? Ci accontentiamo solo di un qualsiasi caffè?
Vi dico che invece si dovrebbe, e oggi si può, chiedere di scegliere la qualità dichiarata del tipo di caffè che ci viene servito. Potremmo così anche far crescere a nostra cultura su un prodotto che non nasce in Italia ma che gli italiani si vantano di aver valorizzato al meglio e di averne fatto uno dei riti “made in Italy” più riconosciuti al mondo.
“Caffè del Caravaggio” ha immesso sul mercato un sistema di estrazione, scelta, servizio e molto altro, che si propone di rivoluzionare il momento del caffè, o semplicemente di rendergli giustizia, di riportare questo rito al valore che deve avere, di regalare a tutti una consapevolezza e un piacere che meritiamo, come consumatori “seriali” e innamorati del nettare nero e corroborante che è il primo sapore del mattino e, spesso, l’ultimo della sera. Così l’ultimo anello del progetto, quello che chiude il ciclo che vi ho raccontato, è la “Carta del Caffè” (caffedelcaravaggio.it/it/la-carta-dei-caffe.html), una bella carta dettagliata dove si trovano le qualità disponibili, dove è dichiarata l’origine e sono dichiarate le caratteristiche, dove sono indicati i prezzi che non possono essere uniformati. Nella Carta dei Caffè si trovano i re dei caffè: Jamaica Blue Mountain, Guatemala Antigua Pastores, Etiopia Sidamo. Varietà pregiate, ricche, dagli aromi unici, ma anche miscele esclusive di pura Arabica, decaffeinato e caffè aromatizzati. Avete scelto le portate? Avete scelto il vino? Avete scelto l’acqua? Perché rinunciate a scegliere il caffè? Chiedete la “Carta del Caffè” (5.Continua)
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