Nuove foto aggiunte
21 dicembre 2017
SOTTO LA TOQUE:
Andrea Alfieri
Sognatore, Sensibile, Molto burbero
Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Andrea Alfieri che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigorifero.
Non un semplice cuoco ma un grande appassionato della professione, da sempre ha cercato infatti di conoscere tutte le sfaccettature che presenta il mestiere della ristorazione.
La molla è nata da bambino senza influenze esterne, la famiglia di docenti, professori e dirigenti non gradiva la sua scelta di iscriversi all’alberghiero ma per Andrea l’Istituto milanese Vespucci fu tutto, oltre alle basi di conoscenza necessarie gli fece incontrare Samantha, da allora inseparabile compagna di vita, di lavoro e moglie.
Dopo la scuola il suo percorso è andato avanti a testa bassa, rivelando tutto il suo carattere, la sua forza e le sue capacità. Della sua Milano ha frequentato i grandi luoghi della ristorazione, dal Savini al Biffi, agli Orti di Leonardo, dal catering di livello per Villa Mozart alle consulenze con l’Osteria del Brunello e il Bento Sushi, una metropoli internazionale che gli ha anche regalato la soddisfazione di ricevere a soli 23 anni le “2 Forchette” del Gambero Rosso da Executive chef dello Yar, il ristorante russo per il quale lavorerà ben 8 anni, e due gioiellini creati da lui, il Sempione42 e il Chiostro di Andrea.
Via da Milano si è fatto apprezzare al Miramonti, al Majestic e all’Alpen Suite di Madonna di Campiglio, cittadina con una tradizione ristorativa stellata, dove Andrea viene ricordato per aver offerto una sua proposta personale, molto moderna, adeguata e brillante.
Si autodefinisce burbero ma allora non si spiega perché abbia tanti amici, e sia così apprezzato nelle associazioni delle quali fa parte; Chic, Euro Toques e Ambasciatori del Gusto, dai suoi allievi e dalle brigate …. in realtà chi lo conosce sa che è semplicemente e irrimediabilmente schietto e leale.
-Da bambino cosa sognavi di diventare?
Da bimbo siccome mi piaceva mangiare, e si vede, guardando un libro di cucina di Carnacina nella libreria di mia mamma ho deciso che mi sarebbe piaciuto fare il cuoco
-Il primo sapore che ti ricordi.
Le lasagne che faceva la mia vicina di casa che per me è stata come una nonna che era di berceto vicino a parma e mi faceva da mangiare perché i miei genitori lavoravano
-Qual è il senso più importante?
La vista
-Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.
Non l’ho ancora fatto , anche perché una volta che l’hai realizzato non è più difficile
-Come hai speso il primo stipendio?
Si divide in due momenti ben distinti, con il primo stipendio da stagionale a 16 anni mi sono comprato un orologio (ho la mania degli orologi) e la lavatrice alla mia mamma, mentre con il primo stipendio da dipendente fisso, finita la scuola, mi sono regalato una cena con la mia fidanzata (ora mia moglie) da Sadler.
-Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
Risotto giallo, cotoletta e tiramisù
-Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Campari , gin, Martini Rosso
-Qual è il tuo cibo consolatorio?
Non c è un cibo in particolare è più facile che mangi cose che fanno “bene” tipo Loacker, merendine e roba del genere
-Che rapporto hai con le tecnologie?
Buonissimo fanno parte ormai del nostro giornaliero, del nostro lavoro, della nostra vita privata, se non sei tecnologico al giorno d’oggi sei fuori dal mondo
-All’ inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
L’anguria
-Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
Il mio papà’, perché un maledetto infarto me l’ha portato via quando aveva 42 anni e io ne avevo 13. Non voleva assolutamente che facessi questo mestiere, lui dirigente d’azienda un figlio cuoco non lo voleva, quindi vorrei potergli far vedere che qualcosina nel mio mestiere sono riuscito a farla
-Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
Un’opera di Lucio Fontana, pochi fronzoli, un segnale ben definito e diretto
-Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
“Avrai” di Baglioni
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