SOTTO LA TOQUE Antonio Danise Semplice, Tenace, Sognatore
Abbiamo sollevato il cappello da cuoco ad Antonio Danise del ristorante Villa Necchi alla Portalupa di Gambolò (Pv), che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigorifero
Antonio Danise è un partenopeo dalla precisione svizzera, un professionista che ti sorprende per come sia sempre riuscito a cogliere da ogni situazione della vita lo spunto per crescere e perfezionarsi, dalle difficoltà così come dalle opportunità. Nato a Napoli in una famiglia modesta si è orientato verso gli studi alberghieri per avere in breve tempo uno sbocco professionale ma Danise ha fatto, poco più che bambino, tutto seriamente, lavoricchiando già dagli anni di scuola senza distrarsi dallo studio, visto che ha conseguito il diploma con il massimo dei voti. In seguito ha raccolto con umiltà tutte le opportunità di lavoro senza risparmiarsi, da quelle più semplici a quelle importanti come il Marennà, il Bikini e il bistellato “Quattro Passi” dove lo chef Antonio Mellino lo inviò in un faticoso stage di pasticceria in Svizzera per poi promuoverlo capopartita ai dessert. Il viaggio dal sole di Napoli alle nebbie di Lomellina fu veicolato dalla cattedra offerta dall’istituto alberghiero di Pavia, trasferimento gradito ai suoi genitori che lo vedevano “sistemato” ma un po’ meno a lui, invece fu un nuovo inizio, Antonio piacque a tutti dai ragazzi di scuola, al maestro Walter Dalla Pozza che lo volle al suo fianco nell’azienda di catering di alto livello che servì a fargli incontrare la proprietà di Villa Necchi alla Portalupa. Piacque anche a loro, al punto di decidere di far nascere proprio con lui il ristorante interno di questa struttura da sogno, che stà ottenendo ottimi risultati di gradimento grazie ad una cucina di grande fascino e precisione, guidata dal ritmo delle stagioni e tracciata sulle contaminazioni fra i prodotti del territorio e le tradizioni campane. Antonio Danise si sente di ringraziare i suoi genitori, la moglie che lo incoraggia amorevolmente e i suoi mentori, ma se la sua carriera è lanciata verso un futuro brillante, deve attribuire il merito principalmente a se stesso.
-Da bambino cosa sognavi di diventare? Comunemente un bambino sogna di diventare un poliziotto, un pilota di Formula 1, un calciatore ecc… io semplicemente sognavo di trovare un lavoro che mi permettesse di riscattarmi e di allontanarmi da tutto quello che mi circondava (soprattutto una zona di Napoli dove abitavo dove era più facile prendere una cattiva strada che una buona!)
-Il primo sapore che ti ricordi. Il sapore del ragù napoletano
-Qual è il senso più importante? Il senso piu' importante a mio avviso e' sicuramente il gusto con il gusto togliamo qualsiasi dubbio , conquistiamo i palati e evochiamo emozioni e ricordi .
-Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato. Il piatto più difficile che io abbia mai realizzato è sempre il prossimo, anche se si tratta di un piatto già collaudato l'errore e la distrazione sono sempre dietro l'angolo, noi cuochi siamo sempre sotto esame!
-Come hai speso il primo stipendio? Il mio primo stipendio l'ho reinvestito subito : ho comprato due giachhe nuove da chef e due grembiuli , mi sono pagato la retta scolastica all'istituto Alberghiero e l'acquisto dei relativi libri , quello che e' avanzato l'ho regalato ai miei genitori per contribuire alle spese familiari .
-Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare? La parmigiana di melanzane di mia madre, il mio "Risotto Polvere di Friarielli e petto d'oca di Mortara Stagionato" e gli Ziti alla Genovese. -Cosa non manca mai nel frigo di casa tua? Nel frigo di casa mia non manca mai la maionese, quando mangio a casa la accompagno con tutto.
-Qual è il tuo cibo consolatorio? Pizza e Birra
-Che rapporto hai con le tecnologie? Ho un ottimo rapporto con le tecnologie credo che oggi siano diventate uno strumento indispensabile per noi chef, attraverso soprattutto i social possiamo comunicare tutto quello che facciamo, possiamo formarci ed informarci e soprattutto documentarci .
-All’ Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale? Escargot à la Bourguignonne
-Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni? Alla cena dei miei sogni inviterei sicuramente mia moglie e mia figlia so che è banale dirlo ma sono loro a pagare il prezzo più alto del lavoro che faccio, in pratica non ci sono mai e vorrei condividere con loro molto più tempo.
-Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina? Il Cristo velato
-Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe? "Quando" di Pino Daniele
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