Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Natale Giunta cuoco, imprenditore a 360° e titolare del Ristorante Castello a Mare a Palermo, che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigorifero
Quest’anno festeggia i vent’anni di professione, cosa della quale è orgogliosissimo, visto che all’anagrafe ne compie 39, un traguardo che davvero non è da tutti. Un mestiere che si è scelto da solo, senza influenze da parte dei genitori che di lavoro facevano tutt’altro e non si dedicavano alla cucina nemmeno per diletto, l’unico ricordo che può aver influenzato il Natale bambino è stato forse il profumo del pane e dei biscotti che gli zii preparavano ogni giorno. Tutto il resto del percorso è stato costruito con coraggio e carattere, due risorse che non gli sono mai venute a mancare. Natale Giunta ha aperto il suo primo ristorante a Termini Imerese a 19 anni, dopo aver studiato all’alberghiero e all’Etoile di Boscolo a Chioggia e dopo aver trascorso un periodo a Milano con un mentore di lusso come Sergio Mei, poi dalla Sicilia non si è più mosso, sfidando tutto e tutti per conquistarsi il diritto ad esercitare a modo suo, cioè libero, il mestiere di cuoco che Giunta considera irrinunciabile, non lo cambierebbe con nessuna attività al mondo. Un panzer, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e sfide, siano nuove aperture che consulenze al top, con la pulizia morale di pensare sempre al bilancio, non solo per se stesso, ma per tenere fede agli impegni e onorare i collaboratori, da vero imprenditore. Nei suoi piatti l’amore supremo per la sua regione, rivisitazioni a piccole dosi e tanta verità. Dal mare alla terra non trascura nessuna risorsa che possa raccontare la storia culinaria siciliana, dal cous-cous allo streetfood traccia un racconto che affascina e non si fa dimenticare.
-Da bambino cosa sognavi di diventare? Un cuoco.
-Il primo sapore che ti ricordi. I biscotti di mia zia che era di origine greca, fatti con la pasta kataifi, il miele e le noci.
-Qual è il senso più importante? Vista, olfatto e gusto insieme
-Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato. Le preparazioni con la carne in generale. Non è completamente nelle mie corde e mi ci devo impegnare.
-Come hai speso il primo stipendio? Per l’auto, ma anche il secondo, il terzo…
-Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare? La pasta al pomodoro, la pizza e i dolci siciliani.
-Cosa non manca mai nel frigo di casa tua? C’è quasi sempre solo acqua fresca. Mangio sempre fuori.
-Qual è il tuo cibo consolatorio? Yogurt, cereali e frutta.
-Che rapporto hai con le tecnologie? Molto buono, sono legato alla tradizione ma guardo avanti.
-All’ Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale? I formaggi dal gusto e odore troppo forti non li sopporto.
-Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni? Papa Francesco… mi emoziona.
-Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina? Un’opere molto creativa, qualcosa che “spacchi”.
-Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe? Una canzone di Jovanotti.
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