Nuove foto aggiunte
16 dicembre 2019
SOTTO LA TOQUE:
Simone Gottardello:
Preciso, Paziente, Istintivo
Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Simone Gottardello Executive Chef del ristorante EVO Bardolino dell’Aqualux Hotel Suite & SPA di Bardolino, che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigorifero.
Un’indole precisa, matematica e metodica che gli aveva fatto immaginare da ragazzino di potersi occupare di numeri. Quando infine ha deciso per l’Istituto Alberghiero la sua scelta era quella del bar ma non aveva fatto i conti con una professoressa che ci aveva visto lungo, immaginando per lui un brillante futuro in cucina. Simone non ne era per niente convinto ma accettò di fare uno stage nelle cucine dell’immenso Sheraton di Padova dove per fortuna la scintilla si accese.
Da lì un percorso di esperienze che ha toccato Ancona, Madonna di Campiglio e macinato tanta banchettistica, tante prove e tanto studio così le capacità di Gottardello si sono perfezionate e la sua idea di cucina ha preso forma, ed è quella di non fare una cucina per pochi, difficile da decifrare, ma di stuzzicare con proposte originali e raffinate ma comprensibili, raccontando un territorio allargato; quello che dal lago si spinge verso le montagne circostanti e arriva fino alla Laguna.
Il ristorante EVO Bardolino è nato con lui 3 anni fa, un gioiellino da 10 posti che aumentano all’esterno nella bella stagione. Una brigata che lo segue con passione e oltre al ristorante, aperto solo la sera, c'è molto altro da seguire perché la struttura è enorme, ci sono gli ospiti dell’hotel e la convegnistica.
Simone Gottardello è carico e procede diritto, coordina tutto e non lascia nulla al caso. Da un po’ di tempo sta facendo parlare di sé, con una forza che sta muovendo le placide acque del lago.
-Da bambino cosa sognavi di diventare?
Da bambino sognavo di fare il musicista, successivamente il deejay, il pilota di rally, il barman. Si, ho cambiato molte volte idea.
-Il primo sapore che ti ricordi.
Il sapore del burro nocciola nei casonsei, il profumo del brodo preparato la domenica mattina per il risotto (brodo preparato seriamente, la mattina alle 6 con la gallina, un pezzo di manzo, le verdure e lasciato sobbollire sulla stufa)
-Qual è il senso più importante?
L’olfatto. Ci sono profumi/aromi che se li senti a distanza di anni riesci a ricordare dove eri quando li hai sentiti, con chi e per quale motivo… perfettamente .
-Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.
Pralinato di nocciole e alici con crudo di triglia, fegatini di piccione, Bieta e agrumi.
L’ho proposto in occasione di un evento e non l’ho più fatto nonostante fosse piaciuto molto.
-Come hai speso il primo stipendio ?
Ho acquistato il libro dell’enoteca Pinchiorri, il primo di una serie di libri che ho acquistato. Lo avrò letto non so quante volte.
-Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
L’uovo in raviolo del Ristorante San Domenico di Imola
Il Risotto ai funghi e formaggi dolci di montagna di Philippe Léveillé
La millefoglie strachin di Perbellini
-Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Oltre all’acqua, una bottiglia di buon vino (se ho cene a casa in programma) e il latte per mia figlia il frigo è quasi sempre vuoto.
Se siamo a casa a mangiare in famiglia vado a prendere ciò che mi serve il giorno stesso.
-Qual è il tuo cibo consolatorio?
Il goulash suppe, la trippa alla parmigiana, Il baccalà alla vicentina.
-Che rapporto hai con le tecnologie?
Diciamo “buono”. In cucina possono aiutare e migliorare alcuni passaggi e ottimizzare alcuni processi sicuramente .
Ma alcune preparazioni secondo me vanno e devono continuare a essere eseguite con attrezzature e manualità tradizionali. Quindi tecnologia si, ma dipende dal contesto, da ciò che si deve fare e non a prescindere
-All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
Le ostriche e i ricci di mare. Li assaggio si ovviamente, ma non fatemeli mangiare tutti i giorni .
-Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
La mia famiglia al completo (tutti), gli amici, Papa Francesco, Denzel Washington, Nicolas Cage, Robert de Niro, Leonardo Pieraccioni
-Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
Mi han sempre affascinato le opere di Kandinskij.
Le ritengo armoniche, originali, complete, sempre attuali
-Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
Cuore di Aliante di Claudio Baglioni.
Spesso ci si interroga su ciò che sarà della cucina, le prossime tendenze, cosa nascerà fra 1-2 anni, si cerca di star al passo con i tempi, ma allo stesso tempo si deve cercare una propria identità e un valore importante rispetto alle tradizioni.
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