DA MORENO CEDRONI
SI MANGIA LA FELICITÀ
Premessa; non scriverò un articolo per raccontare i piatti che ho degustato alla Madonnina del Pescatore e non parlerò dello chef e amico Moreno Cedroni, della sua storia professionale e dei suoi locali.
Questo anche se, per ogni piatto della stratosferica cena che Moreno mi ha preparato ci sarebbe da scrivere un trattato, ma lascerò che siano altri a farlo mentre, per quanto riguarda lo Chef, è noto che io abbia una stima e una simpatia smodate e ne abbia già scritto più volte (fra le altre qui:
italiaatavola.net/professioni/c…cedroni/43309/)
Ho deciso invece di concentrarmi sul racconto di quello che avviene fra le persone che siedono ai tavoli di questo locale che recentemente ha tagliato il traguardo dei 36 anni di attività e, come è noto, si trova sul lungomare di Senigallia all’altezza della stele dedicata a Maria che sorge direttamente sulla spiaggia.
Siamo in una sera di metà agosto, in questa estate che è seguita al lockdown sanitario ma che, per fortuna, ha registrato tanta voglia nelle persone di tornare a frequentare i ristoranti che, nei luoghi di villeggiatura, hanno lavorato bene e infatti anche il locale di Moreno Cedroni e Mariella Organi è pieno.
Si inizia a stare bene ancora prima di varcare la soglia, quando ci vengono sanificate le mani con mix di alcool ed essenze home made, un gesto piacevole e per nulla ospedaliero.
Durante la cena, anche se fra i tavoli la distanza supera il metro, riusciamo a sentire sospiri di gioia ad ogni portata e la cosa ci colpisce… la clientela è trasversale, di ogni fascia di età, le conversazioni sono bisbigli, la musica è molto raffinata e pacata, le luci di contorno sono soffuse e si fondono con il calore dei legni d’arredo, mentre i tavoli sono illuminati il giusto per cogliere la bellezza delle presentazioni dei piatti curate da Cedroni e dal Sous Chef Luca Abbadir in una maniera che si può definire solo con la parola arte.
Nemmeno volendola cercare si trova una sbavatura nel servizio di sala con Mariella che scivola fra i tavoli eterea e coordina uno staff in equilibrio fra professionalità, eleganza e simpatia. Ed ecco che ad ogni tavolo avviene la magia… intorno a noi una coppia molto in là con gli anni ma in splendida forma, si illumina all’arrivo di ogni piatto, sembrano due bambini in un negozio di giocattoli… elettrizzati ad ogni boccone. Nel tavolo a fianco una bella coppia giovane ma un po’ seriosetta, dopo il primo boccone si regala reciprocamente un sorriso sfacciato al primo piatto, e continuerà a sorridere per tutte le portate successive. Seduto al tavolo d’angolo un uomo da solo, forse un imprenditore, ha tutta l’aria di essere un tipo impenetrabile, invece noto che sul finire della serata ha un’espressione molto diversa e più distesa… e così ad ogni tavolo.
Insomma, non ho potuto fare a meno di titolare che qui la felicità si mangia, si beve, si respira, si esce rigenerati… e leggerissimi. Davvero credo che mai ci sia capitato di sentirci così leggeri dopo un percorso gourmet, il benessere è totale.
E dopo la cena gli ospiti che lo gradiscono vengono accompagnati al “The Tunnel” il laboratorio di ricerca e sviluppo che si trova accanto al ristorante, un incrocio fra un laboratorio, una cucina, una distilleria, molto altro e niente di tutto questo. Qui ci sono tecnologie innovative, robot e apparecchiature “rubate” ad altre destinazioni. In una luce soffusa si scopre che la cucina è scienza, è chimica, è meccanica, si impara qualcosa e si trovano le risposte a tanti interrogativi… tu chiamale se vuoi emozioni.