CON OLIVIERI1882
IL PANDORO DIVENTA ROCK!
E’ sempre stato il più amato dai bambini, ma anche tanti adulti lo prediligono sulla tavola delle feste. Stiamo parlando del pandoro, dolce lievitato nato a Verona verso la fine del 1800 e, se il Panettone è il Re del Natale, il Pandoro è sicuramente un Principe e di questo personaggio da favola esprime tutto il fascino e l’eleganza. La linea slanciata e semplice richiama una stella, il profumo di burro, di zucchero e di uova esprime ricchezza, la sofficità racconta di un carattere dolce e generoso.
Un core business classico e romantico per un lievitato che, lo sapevate?, è molto più difficile da realizzare del Panettone. Ma questo Natale preparatevi ad una rivoluzione che parte proprio dal territorio d’origine del Pandoro, il Veneto, dove da oltre 130 anni la “Olivieri1882” di Arzignano (VI) propone pasticceria, caffetteria, pizzeria con cucina e grandi lievitati da ricorrenza, con una cura per la qualità che gli è valsa numerosi e importanti riconoscimenti.
Messo quindi l’accento sulla bontà e sull’artigianalità di un Pandoro che vanta ingredienti eccelsi come le farine 100% di grani italiani, il lievito madre vivo, i limoni canditi artigianalmente, lo zucchero di canna grezzo e altre delizie ma che è totalmente privo di conservanti, aromi e grassi vegetali, veniamo alla rivoluzione rock nel packaging con il quale il brand di Arzignano ha vestito il Principe del Natale.
L’iconica grafica dal lettering grintoso che contraddistingue la maggior parte dei prodotti “Olivier1882”, stampata sul classico cartone dalla forma di piramide tronca rompe decisamente gli schemi e si fa ricordare. L’assenza del cordino è decisamente avanguardista e impone una presa decisa e ludica… insomma questo Principe vuole un abbraccio prima di essere assaporato! E all’assaggio l’opera del giovane maestro pasticcere Nicola Olivieri non delude.
“Olivieri 1882” produce ovviamente anche ottimi panettoni, ma il consiglio è quello di non scegliere… provateli entrambi!
olivieri1882.com/products/pandoro-classico (photo credit EY Studio)