A Trento il Congresso annuale del Consorzio DOC Delle Venezie
Il Pinot Grigio del Triveneto fa tappa a Trento per una giornata di confronto su ricerca, sostenibilità e nuove sfide per la DOC Delle Venezie.
Clara Mennella
12/7/20253 min read


La bottiglia istituzionale Pinot Grigio delle Venezie DOC, simbolo della denominazione in crescita.
Il Consorzio DOC Delle Venezie per il 2025 ha scelto Trento come sede del suo Congresso annuale, che ha avuto luogo il 19 novembre presso la Federazione Trentina della Cooperazione, patrocinata dalla Provincia autonoma di Trento e sostenuta da Trentino Marketing. È stata una giornata intensa di approfondimenti che ha riunito istituzioni, docenti universitari, esperti del settore, produttori e rappresentanti della filiera per discutere le prospettive future del Pinot Grigio del Triveneto, alla luce delle sfide poste dal cambiamento climatico, dei nuovi scenari economici e dei prossimi sviluppi normativi destinati a interessare la denominazione. L’appuntamento ha riaffermato la volontà del sistema Pinot Grigio del Triveneto di investire in conoscenza, innovazione e sinergie territoriali per affrontare con consapevolezza le sfide del futuro.


Il Congresso DOC delle Venezie: focus su ricerca, sostenibilità e posizionamento internazionale.
Il sistema produttivo della DOC rappresenta oggi una delle realtà più ampie d’Europa, capace di esprimere l’85% del Pinot Grigio italiano e il 43% di quello mondiale. Nato nel 2017 dalla volontà condivisa dell’intera filiera vitivinicola del Nordest di creare il più grande modello di integrazione interregionale, il Consorzio comprende la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la Provincia autonoma di Trento e il Veneto. La denominazione conta su 27.000 ettari di superficie vitata, 1,7 milioni di ettolitri imbottigliati nel 2024, una media annua di 230 milioni di bottiglie, 6.141 viticultori, 575 aziende di vinificazione e 371 aziende di imbottigliamento.
La giornata si è aperta con i saluti istituzionali di Luca Rigotti, Presidente del Consorzio DOC Delle Venezie, affiancato dai rappresentanti del territorio: Stefano Zannier per il Friuli Venezia Giulia, Alberto Zannol per la Regione Veneto e, a fare gli onori di casa, Giulia Zanotelli per la Provincia autonoma di Trento. Quest’ultima ha ricordato come il Trentino abbia sempre sostenuto, insieme agli altri due territori, la crescita del Consorzio e stia lavorando per affrontare sfide oggi cruciali, tra cui una gestione più efficace delle criticità, l’innovazione varietale e un utilizzo più sostenibile delle risorse.


Il Presidente Luca Rigotti durante gli interventi al Congresso annuale.
Nei panel tematici sono emerse riflessioni significative. Dino Zardi, Professore dell’Università di Trento, ha illustrato come le temperature siano in aumento costante dalla metà del secolo scorso, con un’accelerazione negli ultimi quarant’anni, mentre la CO₂, stabile fino all’Ottocento, è cresciuta per effetto delle attività antropiche. Questo comporta scioglimento dei ghiacciai, variazioni microclimatiche, minore frequenza delle precipitazioni ma maggiore intensità. Senza interventi globali incisivi, secondo i dati delle Arpa regionali, questi trend non si arresteranno.
Giuseppe Blasi, Capo Dipartimento del MASAF, ha sottolineato la necessità per le imprese di affrontare il cambiamento climatico con strumenti efficaci e sostenibili, spiegando come l’Europa stia lavorando su fitosanitari e nuove tecnologie genetiche. Anche Maria Chiara Zaganelli, Direttore Generale CREA, ha ricordato l’importanza della ricerca applicata, evidenziando studi avanzati sulle varietà resistenti e sperimentazioni sui vini a basso grado naturale.
Alessandro Armani, Responsabile Nord-Est del FAI, ha riflettuto sul rapporto tra clima e paesaggio, ribadendo il ruolo dell’agroecologia nella tutela dei territori viticoli. Paolo De Castro, intervenuto in collegamento, ha evidenziato il valore del nuovo Regolamento europeo 2024/1143, che rafforza il ruolo dei Consorzi nella gestione territoriale e nella valorizzazione dell’enoturismo. Filippo Moreschi di UGIVI ha richiamato la necessità di pianificazioni attente e strumenti di monitoraggio, già attivi nell’area delle Venezie.
«Il mondo agricolo e viticolo ha da tempo compreso che il futuro va in questa direzione – ha concluso Luca Rigotti – siamo chiamati a interpretare cambiamenti climatici, nuove sensibilità e gusti emergenti, sperimentando varietà resistenti, vini a basso grado naturale e nuovi stili capaci di rafforzare notorietà e prestigio del marchio istituzionale Pinot Grigio delle Venezie».
La seconda sessione ha approfondito i temi dell’innovazione genetica e degli scenari normativi futuri. Luigi Bavaresco dell’Università Cattolica ha richiamato l’attenzione sui rischi che l’aumento delle temperature potrebbe generare sulla qualità e la domanda del Pinot Grigio. Paolo Sivilotti e Simone Vincenzi hanno evidenziato come vi siano ancora margini di miglioramento in vigneto e in cantina, mentre Riccardo Velasco del CREA-VE ha annunciato prospettive molto promettenti sul fronte delle tecnologie genetiche. Marco Stefanini della Fondazione Mach ha ribadito la necessità di ampliare le varietà PIWI disponibili per rispondere alla crisi climatiche.
La giornata si è chiusa con l’intervento di Michele Zanardo, Presidente del Comitato Nazionale Vini DOP e IGP, che ha aggiornato sul quadro normativo delle Indicazioni Geografiche e sul nuovo approccio europeo alla sostenibilità, auspicando una gestione operativa dei piani territoriali coordinata dai Consorzi e dalle Regioni, in modo più rapido e flessibile.
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